Tracheofusariosi del pomodoro: come combatterla senza fitofarmaci (anche nel fuorisuolo!)

Il considerevole impiego di superfici coltivate pomodoro, in particolare per il pomodoro da industria (prima coltura in Italia per ettari coltivati) rende questo ortaggio estremamente rilevante per il nostro Paese dal punto di vista economico.

I problemi fitopatologici che si sono diffusi nei sistemi produttivi intensivi e anche in quelli fuori suolo, hanno quindi un grande impatto su questa coltura così importante.

Tra i patogeni fungini che si sono diffusi negli ultimi anni a carico del pomodoro, sono aumentate le segnalazioni di tracheofusariosi causate dal patogeno Fusarium oxysporum. In particolare per il pomodoro, è la formae speciales lycopersici a causare i danni.

La tracheofusariosi del pomodoro può interessare le piante ad ogni stadio di sviluppo ed inizia a manifestarsi con sintomi aspecifici come ingiallimento delle foglie a partire da quelle basali (spesso limitato ad una sola parte della pianta) e crescita stentata. Il sintomo caratteristico che permette di riconoscere la tracheofusariosi è l’imbrunimento dei tessuti vascolari. Le piante tendono ad avvizzire nelle ore più calde della giornata, producono pochi frutti immaturi e frequentemente muoiono.

I sintomi causati dall’infezione di Fusarium oxysporum f. sp. lycopersici si manifestano prevalentemente a temperature intorno ai 27-30°C e comunque nel periodo compreso tra la fioritura e la maturazione dei frutti.

Risulta perciò palese il grande impatto che un agente patogeno può avere su questa coltura intensiva in coltivazioni protette, specialmente nei mesi più caldi.

Inoltre il Fusarium oxysporum che attacca la lattuga (F. oxysporum f. sp. lactucae, vedi l’articolo sulla tracheofusariosi degli ortaggi da foglia) può colonizzare le radici di altre piante non suscettibili tra cui il pomodoro, non provocando la comparsa dei sintomi, ma favorendo l’aumento del potenziale di inoculo (permettendo al patogeno di sopravvivere nel terreno anche senza la presenza del suo ospite).

È essenziale, quindi, un accurato piano di lotta per contenere al minimo i danni che la tracheofusariosi può causare sui raccolti di pomodori italiani. L’utilizzo di prodotti chimici sempre più condizionato dalle limitazioni legislative e la crescente sensibilità del consumatore agli aspetti legati alla salubrità dei prodotti ortofrutticoli spingono gli operatori a trovare metodi di lotta alternativi, riducendo al minimo l’uso di fitofarmaci.

Rivestono un ruolo di primaria importanza l’induzione della repressività del substrato e l’adozione di tecniche agronomiche adeguate per la limitazione della diffusione del patogeno.

  1. Induzione della repressività

La repressività all’infezione di parassiti tellurici è un fenomeno ampliamente studiato in sistemi colturali intensivi convenzionali e nelle innovative tecniche di allevamento fuori suolo. Soprattutto in questi ultimi sistemi, la scarsa presenza di microflora è la causa della maggiore sensibilità delle piante agli attacchi patogeni.

Una soluzione sia per le coltivazioni fuori suolo che per quelle tradizionali si basa sull’induzione della repressività del terreno tramite l’uso di compost. Recenti studi hanno confermato l’effetto repressivo degli ammendanti compostati organici nei confronti di diversi patogeni tellurici agenti di tracheofusariosi e marciumi (in particolare Fusarium spp., Phytophtora nicotianae, Rhizoctonia solani, Botrytis cinerea, Sclerotinia spp., Pythium spp.).

A tal proposito sono stati condotti studi ad hoc presso il Centro di Competenza per l’Innovazione in Campo Agroambientale AGROINNOVA, con l’obiettivo di ridurre la diffusione di patogeni tellurici nella soluzione nutritizia utilizzata per la coltivazione del pomodoro fuori suolo a ciclo chiuso. Per tali prove sperimentali è stato utilizzato l’ammendante compostato verde ANT’s COMPOST-V prodotto da AgriNewTech spin off accademico dell’Università degli Studi di Torino. L’induzione di repressività è stata favorita miscelando al substrato di base 2g/l di ANT’s COMPOST-V . I risultati condotti sulla coltivazione del cultivar Cuore di bue, hanno mostrato che la presenza di compost ha contenuto in modo significativo la diffusione del Fusarium oxysporum, con una riduzione rispetto alla tesi testimone del 60%. Inoltre la gravità degli attacchi è stata ridotta in media del 61-71%. In più, l’aggiunta di microrganismi utili (tra cui il batterio Pseudomonas sp.) ha permesso di ridurre ulteriormente la gravità della malattia fino a un ulteriore 5%.

Inoltre, già dal 2004 esistono prove sperimentali che confermano l’effetto di contenimento del compost nei confronti di attacchi di un altro patogeno: il fungo Phytophtora nicotianae, responsabile di marciumi basali. Anche qui la riduzione del numero di piante morte è stata sensibile. Il contenimento degli attacchi è stato in media del 40-60% e si è notato anche un miglioramento dello sviluppo della coltura con un aumento di biomassa.

  1. Pratiche agronomiche

Un metodo valido di contenimento di parassiti tellurici come Fusarium oxysporum, limitando sempre l’uso di fitoframaci, consiste nell’affiancare la repressività del terreno (indotta con compost di qualità) agli interventi agronomici. Le pratiche agronomiche vanno quindi indirizzate ad evitare l’insediamento del patogeno. Alcune buone pratiche preventive possono essere le seguenti:

  • Utilizzo di substrati colturali vergini o adeguatamente disinfettati, unito all’suo di contenitori nuovi o sterilizzati e isolati dal suolo;
  • Ampie rotazioni nel caso di semina in campo (una rotazione di 5-7 anni non elimina comunque il patogeno ma può ridurre fortemente le perdite);
  • Disinfezione del terreno con vapore;
  • Impiego di seme sano e conciato;
  • Rimuovere in modo accurato i residui della coltura precedente rimasti nel substrato, per ridurre l’inoculo nel terreno.

La combinazione opportuna delle tecniche sopra descritte consente di ottenere una protezione della coltura più completa ed efficace.

Una strategia di difesa sicuramente valida per tutti i sistemi di coltivazione del pomodoro (in pieno campo e fuori suolo a ciclo aperto o chiuso) e a diverse tipologie aziendali è la combinazione dell’utilizzo di ammendanti organici compostati all’impiego di microrganismi utili per il contenimento della tracheofusariosi e di altre patologie.

ANT’s COMPOST-V risponde proprio a questa esigenza: è un ammendante compostato verde di alta qualità “attivo”, ovvero arricchito con microrganismi. Il suo utilizzo garantisce i seguenti vantaggi:

  • Riduzione significativa dello sviluppo dei patogeni tellurici grazie alla presenza di una ricca microflora e di microrganismi utili: Trichoderma >104 u.f.c./g, batteri >106 u.f.c./g, funghi >105 u.f.c./g, batteri della rizosfera e altri microrganismi utili >103 u.f.c./g;
  • Miglioramento della struttura, della fertilità e della ritenzione idrica del suolo;
  • Prevenzione stress abiotici (di temperatura e idrici);
  • Apporto di elementi nutritivi a lento rilascio;
  • Aumento della biomassa delle colture.

ANT’s COMPOST-V , come gli altri prodotti di AgriNewTech, è frutto di anni di ricerche e sperimentazioni; ciò garantisce all’utilizzatore la sicurezza di impiegare un prodotto dall’efficacia provata. La scheda tecnica con le caratteristiche specifiche la potete trovare nella pagina del prodotto sul nostro sito

www.agrinewtech.com/it/prodotti/ammendanti/ant-s-compost-v

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